Giunta alla 15ª edizione, la Guida “I Vini d’Italia de L’Espresso 2016” è l’ormai consueta fotografia, puntuale e ricca di dettagli, dell’attualità vinicola del nostro paese. Un volume che sottopone la produzione enologica nazionale ad una selezione attenta e sistematica effettuata su oltre 20.000 vini assaggiati. Il nucleo centrale della Guida 2016, dedicato alla recensione di vini e aziende, è ordinato per regioni: nella seconda pagina di ogni regione è evidenziata la tabella dei “Migliori acquisti” che segnala i vini dal rapporto qualità-prezzo più favorevoli dell’anno, utile per ricordare che si può bere bene, anzi benissimo, senza spendere più di 15 euro.

Le aziende di maggiore rilevanza qualitativa sono segnalate dall’attribuzione di “stelle”, da una a tre, in funzione della loro qualità e continuità nel corso degli anni. Nell’edizione 2016 le “stelle” sono state assegnate a 526 produttori (520 lo scorso anno), tra i quali 18 classificati con la massima valutazione di “tre stelle”, uno in più rispetto alla scorsa edizione. La massima classificazione è costituita da “I Vini dell’Eccellenza”, distinta dal simbolo delle “5 bottiglie”, corrispondenti a un punteggio di almeno 18/20. La Guida 2016 ne attribuisce 223, evidenziando, con la consueta rigorosità di indagine, una decisa flessione rispetto all’anno passato quando si era toccata quota 263; un calo consistente, da collegare in parte alle difficoltà innescate, in molte regioni, dalla problematica vendemmia 2014.

È sempre confronto tra Piemonte e Toscana per il miglior vino italiano

La quota massima di 20/20 è stata raggiunta quest’anno da un solo vino, lo straordinario Barolo 2011 di Bartolo Mascarello, produttore storico della denominazione, tallonato a distanza ravvicinata (19,5/20) da altri tre grandi vini piemontesi: il Barbaresco Pajé Vecchie Viti 2010 di Roagna, il Barolo Riserva Monprivato Cà d’Morissio 2008 di Mascarello Giuseppe & Figlio, il Barolo Riserva Monfortino 2008 di Giacomo Conterno. A 19/20 troviamo un gruppetto di 13 vini, costituiti in gran parte dalle denominazioni più classiche: il Brunello di Montalcino, il Barolo, il Barbaresco. La lista delle “super eccellenze” è completata dal sorprendente bianco marchigiano Gli Eremi de La Distesa, dal Cabernet toscano d’Alceo del Castello dei Rampolla e da tre vini dolci: l’inebriante Vin Santo 1998 di Castell’in Villa e due magnifiche Marsala Riserva firmate dalle Cantine Florio e da Marco De Bartoli. Va sottolineato come circa 50 dei 223 premiati siano rintracciabili sugli scaffali a prezzi inferiori ai 15 euro: si può bere “alla grande” senza svuotarsi il portafoglio.

L’ormai tradizionale competizione tra Piemonte e Toscana ha visto prevalere per due soli vini, 50 contro 48, quelli piemontesi, anche se, come numero di produttori premiati, è la Toscana a segnare un punto a favore (48 a 37). Nessun vino veneto invece è ai vertici della classifica, nemmeno quel prosecco che sta conquistando i gusti dei consumatori di tutto il mondo.