Dopo gli appuntamenti di Bari, Milano e Reggio Emilia, anche Roma ha ospitato oltre 80 produttori per la sesta edizione della manifestazione ideata da Tiziana Gallo e dedicata ai vini e ai vignaioli naturali. Un vino si può definire naturale se è prodotto senza l’uso di sostanze chimiche in ogni fase della sua realizzazione, il più possibile frutto del territorio e della cultura da cui proviene, e della filosofia del produttore.
«Fare il vino naturale è facile – dice Stefano Amerighi, vignaiolo di Cortona – perché non è altro che l’interpretazione migliore di quello che produciamo nel vigneto; l’uva va portata in bottiglia nel modo più semplice possibile senza alterazioni e senza artifici. Tecnicamente quindi è un percorso molto spontaneo, a cui va aggiunta la nostra interpretazione di ciò che sia giusto per quell’annata e per quella varietà».
Essenziali gli elementi che sono dietro un vino naturale, che sfrutta al massimo le caratteristiche del terreno: «Noi produciamo Nero d’Avola a Grotte (AG) – dice Giuseppe Gueli – su due superfici diverse: calcare e trubi, su cui non utilizziamo prodotti chimici ma solo zolfo per combattere l’oidio, il solfato di rame per la peronospora e le fave per concimare, poiché danno il loro apporto azotato. Quindi con il nostro metodo produttivo cerchiamo di far esprimere la natura liberamente, siamo solo degli spettatori che intervengono in poche occasioni».
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