«La politica vitivinicola europea è carente di una visione strategica di lungo periodo e ha necessità di un confronto con il mondo produttivo»: lo dichiara esplicitamente il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, che è intervenuto alla convention dell’associazione di viniviticultori tedeschi, la “DWV Deutscher Weinbauverband”, che si è svolta a Stoccarda in occasione di ‘Intervitis’, la manifestazione fieristica dedicata alle tecnologie per il vino.
Il presidente di Confagricoltura, ospite d’onore visto che della manifestazione tedesca quest’anno l’Italia è stata ‘paese partner’, ha sottolineato che: «sono davvero deboli gli interventi di Bruxelles diretti a sostenere la politica commerciale; è carente la tutela internazionale delle indicazioni geografiche; c’è poca attenzione alla difesa fitosanitaria ed alle nuove tecniche di miglioramento genetico; la politica di promozione sul mercato interno ha un approccio davvero restrittivo per quanto riguarda le problematiche alcol. In altri Paesi terzi che sono nuovi produttori – ha aggiunto Guidi – si redigono documenti di scenario per i prossimi 10-15 anni basati sul confronto con gli stakeholder, basti vedere quanto si sta facendo con il “Vision 2025” in Australia o il “Wine vision” in California. Invece Bruxelles nella politica vitivinicola ha un approccio ‘top down’ che, nella maggior parte dei casi, poco si adatta alle richieste degli operatori del settore. Gli esempi più evidenti riguardano la liberalizzazione degli impianti vitati e l’omologazione politica della qualità del vino con quella di altri settori».