Le stime dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino di Parigi sono impietose: nel 2017 la produzione mondiale di vino è letteralmente precipitata. La stima fin qui fatta prevede un calo produttivo che per quest’annata arriverà a toccare il -8,2%. Si scendo quindi ad appena 246,7 milioni di ettolitri che rappresenta il livello più basso da oltre 50 anni.
Nel 2016 la produzione era stata di 268,8 milioni di ettolitri e il tracollo è dovuto ai raccolti consecutivamente ridotti a causa dei cambiamenti climatici da parte dei tre maggiori produttori di vino del mondo. L’Italia, con 39,3 milioni di ettolitri, segnala un calo del -23%, la Francia del -19% e la Spagna del -15%. La tendenza al calo produttivo in realtà prosegue da mezzo secolo con solo due eccezioni che si sono verificate nel 1991 e del 1994, quando sono stati mantenuti livelli accettabili di produzione. In tutte le altre annate, il calo è stato sempre significativo.

Lievi aumenti di produzione si registrano in Paesi non tradizionalmente vocati e nell’emisfero australe

In Europa solo quattro paesi hanno visto aumentare la produzione: Portogallo, Romania, Ungheria e Austria. Nel resto del mondo, gli Stati Uniti, quarto produttore mondiale, sembrano avere tenuto bene con solo un leggerissimo calo del -1%. Ma le previsioni del Ministero dell’agricoltura statunitense risalgono all’agosto scorso, prima dei devastanti incendi che ai primi di ottobre hanno fatto strage dei vigneti della California settentrionale, in particolare nella Napa Valley e nella regione di Sonoma.
Meglio è andata in America Latina con una tendenza al rialzo, dopo una pessima annata 2016. Mancano invece del tutto le statistiche della Cina, settimo produttore mondiale, che non ha ancora fornito le stime 2017, mentre il Sudafrica ha prodotto 10,8 milioni di ettolitri, con un incremento del +2% rispetto al 2015, che l’ha piazzato all’ottavo posto del ranking mondiale.