La lotta al falso Made in Italy ha ottenuto un risultato molto positivo, grazie ad un’operazione di cooperazione di polizia internazionale, sollecitata dai NAC dei Carabinieri con il supporto del Ministero degli Interni, che ha bloccato la vendita del wine-kit nel Regno Unito. È la prima volta infatti che la battaglia al falso Made in Italy va oltre la tutela commerciale, assumendo rilevanza sul piano della cooperazione di polizia internazionale. «È un risultato straordinario – commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo – e ringrazio i NAC per il grande lavoro svolto in questi mesi nell’attuazione di questa operazione».
La frode del wine kit è stata spesso oggetto di attenzione anche in passato degli organi di informazione e Associazioni di categoria. Si tratta di un preparato solubile in acqua che nella presentazione e pubblicità veniva assimilato al vino, e in particolare ad alcuni vini a Denominazione di Origine Protetta e Indicazione Geografica Protetta, tra i quali le DOP Chianti, Barolo, Valpolicella, Gewurztraminer e Montepulciano d’Abruzzo, e altri prodotti con specifico disciplinare di produzione in definite aree geografiche, quali l’Avola IGP.
Il prodotto non è chiaramente conforme ai disciplinari di produzione del vino, né tanto meno a quello rappresentato dalle denominazioni usurpate. Ora occorre provvedere immediatamente al ritiro dall’intero mercato comunitario dei «miracolosi» wine kit che – sottolinea la Coldiretti – promettono con semplici polveri di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose. Come in Svezia dove è stata scoperta dalla Coldiretti una fabbrica che vicino a Goteborg che produce e distribuisce in tutto il continente oltre 140 mila wine kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie tra le quali falsi Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano.