AdVini e La Collina dei Ciliegi puntano alla distribuzione di grandi vini e anche all’enoturismo

Da sempre in competizione sui mercati mondiali, i vini francesi e quelli italiani guardano al futuro alleandosi: nasce così una joint venture di alto livello che mette insieme una grande realtà francese, la AdVini. e la cantina di Grezzana in Valpantena “La Collina dei Ciliegi”.
Il colosso transalpino ha fatturato oltre 286 milioni di euro nel 2019 grazie ad una produzione estesa su 2.300 ettari di proprietà e 28 cantine in tutti i territori più importanti di Francia, dalla Borgogna a Bordeaux, dalla Provenza alla Valle del Rodano fino a Stellenbosch, in Sudafrica. “La Collina dei Ciliegi” produce l’Amarone, le collezioni “Classica” e “Riserve”, i nuovi cru del Super Valpantena e sta per lanciare, con etichetta “Borgo dei Ciliegi”, una nuova linea di prodotti che, partendo dalle principali zone di produzione del Veneto, si potrà estendere progressivamente a tutte le aree a maggiore vocazione vitivinicola italiana.
Della nuova AdVini Italia, i francesi, guidati da Antoine Leccia, avranno il 51%, mentre “La Collina dei Ciliegi”, guidata da Massimo Gianolli, il 49%: Leccia ne sarà il presidente e Massimo Gianolli l’amministratore delegato.

Massimo Gianolli
presidente
La Collina dei Ciliegi


Quella con Antoine Leccia è innanzitutto un’amicizia nata tre anni fa: abbiamo effettuato un’approfondita fase di studio dei mercati, creato un team di lavoro coeso nella consapevolezza comune che la carta vincente sui mercati internazionali sia quella di fare sistema.
A maggior ragione oggi, in un contesto congiunturale che rischia di appiattire i valori della qualità e dei brand, è fondamentale mettere a fattor comune chi questi valori li ha sempre perseguiti, determinando il successo del vino nel mondo.
Il nostro legame con la vitivinicoltura francese viene da lontano e guarda al futuro, non solo con questa importante partnership commerciale con AdVini, ma anche con il progetto vitivinicolo del SuperValpantena che abbiamo realizzato ad Erbin con il fondamentale contributo, tra gli altri, di due scienziati agronomi francesi tra i più affermati al mondo, Lydia e Claude Bourguignon grazie all’intuizione del nostro vice presidente, Christian Roger.