Siamo ai giorni decisivi per la protezione dei vini italiani ed europei di qualità su internet. Il rischio è quello di frode e sfruttamento improprio della loro denominazioni. A Buenos Aires è in corso la riunione dell’organismo mondiale che regola l’attribuzione dei domini sul web, l’Icann e potenti società dal ricco portafoglio intendono acquistare i suffissi ‘.vin’ e ‘.wine’, con l’obiettivo di acquisire il diritto di declinarli in ‘chianti.wine’, ‘champagne.vin’ o altro, e poi venderli al miglior offerente, che magari non ha nulla a che vedere con chi produce queste eccellenze.
L’allarme è stato lanciato dalla Federazione europea dei vini di origine (Efow), sostenuta con forza dalla vicepresidente della Commissione Ue all’Agenda digitale, Neelie Kroes.
Nella ricerca di un accordo tra le parti, l’Icann ha deciso di dedicare al contenzioso una riunione specifica nel corso dell’attuale sessione. Da parte europea, Kroes ha inviato una lettera all’Icann, in cui afferma che l’Ue “non accetterà la creazione di ‘.vin’ e ‘.wine’ se la protezione delle indicazioni geografiche (IG) non sarà assicurata”.
La lettera evoca i rischi che rappresenta per il consumatore l’assenza di protezione delle ‘IG’ su internet, auspicando che si trovi una soluzione tra le parti. Un dialogo tra il settore viticolo europeo e i candidati ai nuovi domini è stato avviato. Tuttavia, in caso di mancata intesa, l’Efow chiede “alla Commissione e agli Stati membri di fare tutto il possibile per impedire la creazione dei domini ‘.vin’ e ‘.wine’ e di proteggere le ‘IG’ su Internet”.