Non sembra, ma siamo in primavera. I meteorologi ci avevano avvertito dell’arrivo di ‘Thor’ e puntualmente la neve ha fatto di nuovo capolino (ed anche di più) in tutta la pianura veneta. Poco ci consola l’annuncio che questo marzo è stato il più freddo degli ultimi 50 anni: la nostra voglia di primavera si fa sempre più marcata.
Voglia di smettere i pesanti panni invernali e aprirsi alla moda dettata dal buongusto italiano. Con un cedimento che invece va oltre la moda: il jeans. È questo il vero ‘evergreen’ del nostro guardaroba, da 140 anni. Sì, perché sono proprio così tanti gli anni che, appunto nel mese di marzo, hanno visto nascere l’invenzione del jeans.
Con tutti i suoi miti. Lewis Strauss che prima lo fa di tessuto di cotone marrone e subito dopo lo realizza con quella resistente tela che arriva da Genova. Con l’obbiettivo di garantire ai minatori statunitensi un capo di vestiario resistente ed economico.
Due qualità queste che fanno di questo pantalone una scelta popolare, che va diffondendosi tra le classi lavoratrici e quasi ne diviene un segno distintivo. Nel tempo però questa scelta si è diffusa al punto tale che non è più possibile per nessun guardaroba prescindere dal jeans, emancipatosi dalla caratteristica di essere economico. La distinzione tra i vari modelli, anche in quest’ambito si è fatta vistosa.
Ma è l’effetto finale che è ‘democratico’: tutti portano il jeans, tutti sono uguali. Ogni uomo ha gli stessi diritti e gli stessi pantaloni di tutti gli altri! Non fosse così, un pantalone non avrebbe potuto essere di moda per un tempo così lungo. Buon compleanno allora jeans, e ricorda che 140 anni sono un’eternità nel mondo della moda, ma ancora molte altre decine di lustri dovranno passare prima che si trovi un altro capo che sia altrettanto comodo, pratico, resistente e adatto a tutte le classi sociali.