A far deflagrare il ‘caso’ è stata la chiusura di “Cinque” ad appena cinque mesi dalla sua apertura. I motori dell’operazione, Enrico Bartolini e l’associazione “Le Soste”, dicono: “Pensavamo che Fico potesse essere un’opportunità più vasta per noi, ma è stato un errore di calcolo e il risultato inferiore alle aspettative”. Un sasso nello stagno che diventa tsunami e colpisce tutto Fico Eataly World. dall’inchiesta de “Il Sole24Ore” alla richiesta della Lega bolognese di un ‘piano B’.
Cominciamo dai numeri, quelli indiscutibili, del parco alimentare voluto da Oscar Farinetti: 10 ettari con centro congresso, area mercato, 40 fabbriche, 45 punti ristoro; 23 investitori italiani; 140 milioni di euro per riconvertire l’ex area del mercato ortofrutticolo bolognese; 55 milioni di valore dell’area comunale donata dal Comune di Bologna; 900 posti di lavoro diretti e 4.000 stimati con l’indotto.
Dai vertici della struttura inaugurata lo scorso novembre arrivano altri dati, tinteggiati di rosa: già 1,25 milioni di visitatori; abbiamo incontrato 10mila buyer stranieri; è stato firmato un pacchetto turistico con la piattaforma cinese Totfree che da ora fino all’autunno porterà 30mila cinesi nel parco; le indagini Nomisma sui visitatori del parco confermano che il 60% è venuto apposta per vedere Fico Eataly World.
Se le perplessità non mancano, onestamente non mancarono nemmeno per tutto l’Expò di Milano, ma oggi in molti attribuiscono a quell’evento una formidabile spinta per l’export agroalimentare italiano. Quindi è opportuno essere cauti: potranno essere apportate della modifiche nella comunicazione, negli orari, nelle offerte ai visitatori. Gli ottimismi o le condanne poco aiutano la crescita di un comparto che è fondamentale per l’economia del Paese. Che comunque non può aggrapparsi ad un’unica proposta e che ha anzi bisogno di un sistema di strumenti e di politiche che effettivamente sappia fare della nostra agricoltura, della qualità dei nostri prodotti e dell’internazionalità del nostro mercato le leve sulle quali rilanciare il Paese.