Il dato sul quale vogliamo riflettere in questa pagina ce lo fornisce Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro del settembre 2015:ebbene, risulta che almeno il 55% degli italiani si fida più dei proprio occhi che di ogni altra indicazione. Quindi, se un prodotto appare in buono stato di conservazione, lo consuma anche oltre  il limite di tempo indicato nella confezione. Solo il 32% dei consumatori gettano via i cibi scaduti, mentre un restante 11% dichiara di decidere a seconda del tipo di alimento.

Non è possibile dire quanto, in questo comportamento, possa aver inciso la crisi economica. Sappiamo che la spesa alimentare si è contratta sensibilmente in questi ultimi anni e quindi gettare del cibo per molti era uno spreco, oltre che un costo. Coldiretti per parte sua punta l’indice anche contro la scarsa conoscenza delle informazioni fornite in etichetta, in particolare per quanto riguarda il diverso significato della dicitura ‘da consumarsi preferibilmente entro il…’ e invece la scritta ‘da consumarsi entro’. “Tale data di consumo – aggiunge Coldiretti – non deve essere superata, altrimenti ci si può esporre a rischi importanti per la salute. Si applica ai prodotti preconfezionati, rapidamente deperibili come il latte fresco (7 giorni) e le uova (28 giorni). È indicata dal giorno, il mese ed eventualmente l’anno e vale indicativamente per tutti i prodotti con una durabilità non superiore a 30 giorni”.

Il richiamo alla tutela della salute è assolutamente indiscutibile. Per chiudere però ci sono almeno un paio di iniziative che è giusto ricordare: la messa in vendita a prezzi fortemente scontati, soprattutto nella GDO, dei prodotti dalla scadenza ravvicinata e la cessione gratuita di questi alimenti alle mense per le persone in difficoltà. La solidarietà civile, quella no, non ha mai scadenza.