Si è riunito nella sede di Veneto Lavoro a Mestre, il tavolo istituzionale convocato dall’assessora al lavoro della Regione, Elena Donazzan, per affrontare il tema della contraffazione, in particolare nel settore della moda. Ed è stato certamente un incontro operativo nel corso del quale è stata condivisa necessità di intensificare il sistema di prevenzione e repressione dei fenomeni illegali per raggiungere un livello di produzione e commercio sano e virtuoso, che garantisca e preservi le imprese regolari e sanzioni severamente quelle irregolari.
E l’assessora Donazzan ha certamente avuto ragione quando, al termine dell’incontro, ha dichiarato che: «chi compra contraffatto boicotta il proprio popolo, mettendo in ginocchio le imprese venete ed italiane». Ma, contemporaneamente, due notizie arrivavano ad illuminare di luce assai diversa l’intero quadro del fenomeno.
Napoli: 300mila gli articoli di abbigliamento e di pelletteria con marchi contraffatti sequestrati. 49 ordini di custodia cautelare e la Guardia di Finanza ipotizza che le persone oggetto di custodia cautelare sarebbero presunti appartenenti a 6 gruppi criminali, tre dei quali gestiti dalla camorra.
Padova: 4 milioni di prodotti contraffatti sequestrati. La contraffazione era perfetta e avveniva nelle stesse aziende che producevano gli originali. Lo smercio dei falsi avveniva nell’ordinario circuito commerciale e non soltanto in Italia. I falsi erano venduti, ai normali prezzi di mercato e in vari Paesi: anche in Cina! A capo dell’organizzazione, due veneziani.
La lotta alla contraffazione si fa insomma sempre più complessa perché è facile censurare i comportamenti cinesi, ma non basta più. Se siamo ora noi a falsificare i prodotti per andarli a vendere in estremo oriente, anche le parole devono essere riviste. Non basta utilizzare parole altisonanti: guardiamo in faccia la realtà di un sistema criminale del quale non siamo più solo vittime e che nel 2013 ha più volte visto il Veneto essere (tristemente) protagonista e ‘guida’ a livello nazionale. Solo se avremo il coraggio di affrontare con chiarezza anche queste realtà potremo davvero parlare di lotta alla contraffazione.
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