Sono anni che queste pagine si occupano di tutela del Made in Italy e degli attacchi che questo subisce giorno dopo giorno da una criminalità organizzata che è sempre più intraprendente e fantasiosa. Entrambi i canali del malaffare sono sempre attivi, sia colpendo le esportazioni italiane all’estero con prodotti di scarsa o nulla qualità spacciati come tricolori, sia con l’importazione sul nostro mercato di altrettanta paccottiglia di bassissimo valore e prezzo che fa concorrenza il prodotti nazionali.
Ma qui si è davvero esagerato!
L’aggressione è continua e, come abbiamo testimoniato e denunciato decine di volte, incide pesantemente soprattutto sui settori più importanti per l’economia nazionale. Abbiamo riportato altre volte la denuncia di Coldiretti secondo la quale la contraffazione dei prodotti Dop costa oltre 32 miliardi all’anno. Non meno pesante è la condizione per il comparto della moda con l’abbigliamento e la pelletteria in prima linea (e qui non è solo una questione di prodotti, ma anche di proprietà intellettuale, di idee e di stile Made in Italy).

Ma eccoci alla notizia che davvero ci ha sorpreso, non tanto per il valore venale della contraffazione, per quanto ingente, ma proprio per la natura del prodotto e per il suo valore simbolico. Sono arrivati a contraffare le statuette degli sposi che si baciano, quelle che stanno ad ornare le torte nuziali!
Il sequestro è avvenuto in provincia di Venezia ed è stato operato da militari del 2° nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza. Oltre agli sposini, che immaginiamo falsamente innamorati, c’erano anche delle microcarrozzine, o rosa o celesti, destinate a portare i confetti festeggiare un lieto evento, una nascita che dovrebbe essere momento di autentica felicità. Invece era tutto falso: circa un milione e mezzo di pezzi non certificati e contraffatti, pronti a essere venduti in tutta Italia per un valore che superava i 2,5 milioni di euro.

Ed essere segnalata alla Camera di Commercio di Venezia, una trentenne cinese che, in Italia da una decina d’anni, aveva avviato un attività di vendita via internet: la società importava direttamente dalla Cina l’oggettistica da cerimonia e la rivendeva in tutte le regioni della Penisola. Peccato che tutto il materiale sequestrato sia apparso ai finanzieri assolutamente senza il benché minimo cartellino, senza etichette che indicassero provenienza e qualità dei prodotti, senza nessun marchio che garantisse gli acquirenti.
Tutto veniva smerciato, senza nessun rispetto della legge italiana e delle norme europee, attraverso i canali web: superate le barriere doganali, di un qualche Paese europeo o chissà attraverso quali vie anche quelle italiane, ecco che sposini e carrozzine giravano per tutta la Penisola a prezzi bassissimi, facendo concorrenza sleale alle aziende del settore che operano nella legalità.

Perché un finto bacio d’innamorati non mette a rischio il destino di un matrimonio, ma minaccia di crisi il lavoro di chi produce in Italia rispettando le leggi e le normative per la sicurezza dei consumatori.