“Non ci accontentiamo di fare bella figura, vogliamo fare affari”: non si può certo dire che l’assessore Marino Finozzi non sa essere esplicito quando serve. Come assessore all’internazionalizzazione, il Vinitaly 2014 lo vede davvero come una vetrina planetaria per le aziende produttrici del Veneto. E per Finozzi, data per scontata la qualità del vino veneto, conta soprattutto la serie di 150 incontri tra una cinquantina di aziende vitivinicole venete e una quindicina di buyers internazionali, provenienti da Cina, Hong Kong, Singapore, USA, Germania, Indonesia, Giappone, Russia, Canada.
L’esperimento è scattato lo scorso anno ed ha dimostrato che, soprattutto in favore di migliaia di imprese produttrici di medie, piccole e piccolissime dimensioni, molto può essere fatto per migliorare il processo di commercializzazione del prodotto veneto. Scegliere i nomi giusti per farsi conoscere sui mercati esteri, tradurre meglio le etichette, rafforzare l’assistenza diplomatica al nostro commercio in Paesi senza la quale è difficile entrare: vendere non è mai facile, nemmeno quando il prodotto è rinomato.
Ma si tratta di conquistare nuovi spazi di mercato. E magari diventa utile anche l’indagine condotta in Italia tra 1080 amanti del vino. E senza cadere nei luoghi comuni, viene certificato che è la donna che nell’85% dei casi procede all’acquisto di vino per il consumo quotidiano. Con un occhio attento al risparmio e nel 70% dei casi affidandosi a quanto proposto dal supermercato. L’uomo invece si riserva il compito di scegliere il vino al ristorante (94%) e per le occasioni speciali (92%), rivolgendosi soprattutto all’enoteca (75%).

Mario Ongaro