Il primo sasso nello stagno lo aveva lanciato il Presidente statunitense Joe Biden: cancellare (temporaneamente) i brevetti sui vaccini per andare incontro alle esigenze dei Paesi più poveri e condurre una lotta mondiale e definitiva al Covid-19. In queste pagine non ci occupiamo di salute (anche se degli effetti sull’economia, l’agricoltura e la moda abbiamo lungamente scritto), ma il tema dei brevetti e della proprietà intellettuale certamente rientra nei capitoli della lotta alla contraffazione e della tutela del Made in Italy che sono il ‘cuore’ di Garantitaly.
In effetti, la proposta di Biden è stata accolta con favore, in nome dell’eccezionalità del momento, da molti Capi di Stato. Ma è stata immediatamente contestata da Angela Merkel che è scesa in campo proprio sulla questione ‘di principio’ della tutela della proprietà intellettuale. Le tre ‘Big Pharma’ titolari dei principali brevetti sono tutte ‘a stelle e strisce’: quindi la leader tedesca non difendeva un interesse ‘nazionale’ e proprio questo ha rafforzato la sua posizione a salvaguardia, sempre e comunque, della proprietà intellettuale e della ricerca scientifica.
Si può pensare che la ‘manovra’ Biden abbia sortito l’effetto desiderato: le Big Pharma Usa si sono impegnate a distribuire entro il 2022 ben 3,5 miliardi di dosi al prezzo di costo ai Paesi poveri e a prezzo ridotto ai Paesi di medio reddito: Pfizer 2 miliardi di dosi, Moderna fino a 995 milioni e J&J fino a 500 milioni così come è stato ufficialmente annunciato nel corso del Global Health Summit che si è tenuto a Villa Pamphili a Roma.
Proprio in questa sede è intervenuto anche Bill Gates che non è andato tanto per il sottile quando ha dichiarato che: «Più dell’80% del primo miliardo di vaccini è andato ai Paesi ricchi e solo lo 0,2 è andato ai Paesi a basso reddito. Se non chiuderemo questo immenso divario, molte altre persone moriranno senza motivo».
Il quarto uomo più ricco al mondo, che da anni non guida più direttamente la ‘sua’ Microsoft per dedicarsi alle opere filantropiche della sua fondazione, si è però opposto alla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini. Giusto sollecitare “la partecipazione volontaria” dei produttori, ma anche di fronte alla tragedia della pandemia non si possono concedere deroghe al principio fondante della logica economico-industriale e alla titolarità dei prodotti d’ingegno. Così il dibattito tra diritto legale e responsabilità etico-sociale delle imprese resta vincolato esclusivamente alla ‘buona volontà’ di chi gode di una posizione di privilegio. Speriamo bene…

Mario Ongaro