Si torna dopo l’estate e tradizionalmente si dovrebbe tornare ai problemi. Che quest’anno invece non sono mai andati in vacanza. Dalla condanna definitiva in Cassazione per Berlusconi a fine luglio, dopo un agosto a parlar di agibilità politica, siamo oggi alla vigilia di un Consiglio dei Ministri che potrebbe vedere la messa in atto delle ripetute minacce pidielline e segnare l’apertura della crisi di Governo. Dice il Presidente Letta che far cadere il Governo quando si cominciano ad intravedere i primi deboli segnali di ripresa economica è una grave responsabilità. Ma l’escalation di queste settimane sembra non dar scampo al Paese.
È almeno da sperare che qualcosa sia fatto, come promesso, sul piano della revisione dell’IMU: nelle cronache di questi giorni si parla sempre degli immobili residenziali, ma il tema è fondamentale anche per il mondo agricolo che attende una riduzione degli oneri fiscali. Sarebbe importante per continuare a garantire la redditività per chi ha continuato a tenere in piedi il sistema economico nazionale anche in questa lunga e difficile fase congiunturale.
Il mondo agricolo, inoltre, non dimentica che alla fine della prossima primavera sarà la volta dell’Italia ad avere l’onere di guidare l’Unione Europea e sarà un semestre importante perché potrebbe essere quello che porterà al varo della nuova PAC. La Politica agricola comunitaria assicura 6 miliardi di euro all’anno di risorse, di cui 2 destinati allo sviluppo rurale, che nei 7 anni di programmazione da noi negoziati rappresentano 42 miliardi di fonte europea. Un bel gruzzolo che può essere fondamentale per un ulteriore salto di qualità ddella nostra agricoltura.
L’accordo (molto migliorato rispetto alla prima stesura) in Europa c’è: e in Italia?