Nel corso di un convegno internazionale a Bruxelles organizzato dalla Commissione europea è stata l’Assessora veneta Marialuisa Coppola ad illustrare il parere predisposto per il Comitato delle Regioni nello scorso dicembre favorevole all’estensione della protezione delle indicazioni geografiche dell’Unione Europea ai prodotti non agricoli.
Facendo rilevare che le regioni europee sono ricche di prodotti non agricoli legati al saper fare tradizionale, spesso mantenuto in vita dalle micro e piccole imprese, l’Assessora Coppola ha sottolineato come sia necessario tutelare il patrimonio artistico e culturale della ‘vecchia Europa’ contro il rischio che deriva dai sempre più frequenti e deprecabili fenomeni di contraffazione ed imitazione. Il parere delle Regioni europee sarà approvato in via definitiva a febbraio. Poi il documento sarà inviato a nome di tutte le istituzioni regionali e locali dell’UE al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio dell’Unione Europea.
Naturalmente siamo d’accordo che anche il prodotto artigianale abbia la necessità di una tutela, basti il solo, ed eclatante, esempio del vetro artistico di Murano. E ci auguriamo che l’Europa sappia esprimersi su questo con chiarezza e senza contraddizioni.
Diciamo questo perché, in primo luogo, sappiamo quanto sia forte a livello comunitario la lobby che sta lavorando per cancellare il ‘made in’: non avrebbe senso che si scrivesse ‘fatto a Murano’ e non si potesse scrivere ‘Made in Italy’!
E poi non vorremmo mai che allargare anche ai prodotti non alimentari l’Ig, indebolisse la già fragile tutela dei prodotti alimentari. Abbiamo appena assistito alla cancellazione europea dell’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione per i prodotti che arrivano sulla nostra tavola: confondere una mela con una sculturina in legno servirà a dare maggiore o minore garanzia al consumatore?