Nemmeno il tempo di digerire i dettami emersi dalle giornate di Pitti Uomo a Firenze, che già si sono accese le luci sulle passerelle di Milano, sempre protagonista la moda maschile (costantemente alle ricerca di un equilibrio tra classico e grottesche innovazioni). Archiviata la kermesse meneghina, la moda ha deciso di invadere le nostre città. Già fioccano i simboli e i manifesti elettorali e già si può parlare di una precisa standardizzazione dei messaggi agli elettori.
Quali allora i dettami per la collezione 2013? Il colore più di moda sui primi manifesti e tra gli oltre 200 simboli presentati per queste originali votazioni invernali è certamente il celeste-azzurro. Abbonda anche sullo sfondo di formazioni che ben altri toni hanno usato in passato (vedi il candidato alle ‘lombardiadi’ Maroni che elide totalmente nei suoi primi manifesti il tradizionale verde padano).
Accessorio quasi indispensabile è il tricolore: qui gli stilisti di partito si sono assai sbizzarriti in forme delle più varie fino ai leggeri svolazzi della lista Monti, del quale tutto si può dire tranne che è frivolo quando il suo simbolo. Per le immagini dei manifesti, poi, guai a scendere con l’immagine al di sotto delle spalle: sembra quasi che nessuno voglia mostrare di avere ciò che gli italiani maggiormente richiederebbero ai propri politici. Infine il nome, segno di personalizzazione della politica al quale tutti sino piegati tranne il solo Bersani ed il suo PD che hanno invece deciso di sottrarsi a questa legge non scritta e di correre nel solo segno del partito.
Con una sola speranza: che l’esito delle urne non premi le mode, ma gli uomini e (anche se sono ancora troppo poche) le donne che proporranno un’idea credibile di Italia per il futuro degli italiani.