A far scalpore questa volta non è che siano state sequestrate diciottomila borse fabbricate in Cina: di falsi del celebre modello Le Pliage della Longchamp, ne circolano tanti e di varie qualità. Né è sorprendente che il magazzino di pelletteria gestito da un imprenditore cinese si trovasse all’Osmannoro, nel comune di Sesto Fiorentino, area universalmente nota per la produzione e distribuzione di prodotti in pelle.
La polizia giudiziaria si è presentata nel magazzino insieme con una avvocatessa esperta in contraffazione e ha passato ore a tirar giù dagli scaffali e numerare le ben 18 mila borse Le Pliage copiate. Le borse Le Pliage sono un successo del marchio Longchamp. A forma trapezoidale, con inserti in cuoio, hanno la caratteristica di ripiegarsi come un origami. Il titolare del magazzino, che è stato denunciato per vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
Ma, se tutto questo è ormai nella normalità di una lotta alla contraffazione che non ha confini, sono proprio le dichiarazioni del titolare cinese che hanno attirato la nostra attenzione: perché il ‘commerciante’ ha dichiarato di aver acquistato le borse in Cina, con altri modelli, e di averle ricevute in container. Soprattutto ha detto di averle pagate 60 centesimi ciascuna e di averne già venduti alcuni lotti a prezzi oscillanti, per ogni borsa, da un minimo di 1,50 finanche a 4-5 euro.
Ora: gli originali vengono venduti a circa 90 euro. Nel mercato clandestino gli acquirenti sono contenti se le acquistano a metà prezzo, o anche qualcosa in meno: diciamo 40 euro?! Visto che è di moda citare Carosello: chi c’ha scritto in fronte “Jo Condor”?