Il recentissimo accordo bilaterale “10+10” tra l’Unione europea e la Cina potrebbe prestarsi a qualche facile ironia. A cominciare per il riconoscimento della indicazione geografica protetta per le tagliatelle e i vermicelli … cinesi. Invece è certamente, pur nella sua parzialità un passo importante verso un nuovo e più equilibrato rapporto tra vecchio continente e infinito mercato orientale.
In sé l’operazione appare semplice e prevede il reciproco riconoscimento di 10 denominazioni nei rispettivi territori. I dieci prodotti europei provengono in tre casi dalla Gran Bretagna (i due formaggi West Country Farmhouse Cheddar e White Stilton Cheese/Blue Stilton Cheese ed il salmone Scottish Farmed Salmon) e dalla Francia (ancora due formaggi, Comté e Roquefort, e la frutta secca Pruneaux d’Agen/Pruneaux d’Agen mi-cuits). Due prodotti sono dalla Spagna (gli olii d’oliva Priego de Córdoba e Sierra Mágina e altri due sono gli italici Grana Padano e Prosciutto di Parma, che in virtù di questo accordo sono iscritte nel registro ufficiale cinese delle indicazioni geografiche dell’AQSIQ.
Dobbiamo rammaricarci per non essere riusciti a competere con gli spagnoli per l’olio d’oliva, che pur è per noi un gran vanto. Ma certamente sapere che Grana Padano e Prosciutto di Parma sono ora protetti dalla contraffazione anche in Cina è un segnale altamente positivo. La strada aperta da questi accordi bilaterali è quella giusta per combattere lo spaccio all’estero di fasulli prodotti italiani. Ed insieme un invito ai produttori del Belpaese: puntare sull’alta qualità è indispensabile per tutelare il nostro sistema agroalimentare e per vedersi spalancare le porte dei mercati di domani.