Secondo le previsioni, entro il 2030 le aziende agroalimentari africane dovrebbero creare un mercato del valore di 1 trilione di dollari. Una stima che avrà ricadute sostanziali su tutto il Pianeta. Alcune di queste potrebbero configurarsi anche come una minaccia. Si pensi agli oltre 8.000 incendi scoppiati nella giungla tra il Congo e l’Angola: in fiamme è finito un territorio quattro volte più esteso di quanto non sia accaduto in Amazzonia. È d’uso infatti in quelle regioni subequatoriali dare fuoco ai residui delle coltivazioni e creare nuovi spazi agricoli incendiando le foreste.
Per altro è indiscutibile il diritto del continente africano di dar da mangiare ai propri figli e sviluppare le produzioni locali necessarie a questo fine. Una scelta importante da questo punto di vista è stata compiuta alla settima edizione della Conferenza internazionale di Tokyo per lo sviluppo dell’Africa (Ticad 7): l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), l’Unione Africana e molti altri partner hanno lanciato la nuova “Iniziativa faro per incrementare l’occupazione giovanile in agricoltura e nell’industria agro-alimentare in Africa”.
L’iniziativa mira a rafforzare l’ecosistema imprenditoriale creando più posti di lavoro e maggiori opportunità per i giovani africani. Obiettivo principale è fornire assistenza tecnica, sviluppo delle capacità e scambio di conoscenze alle imprese giovanili, dando priorità alle catene del valore del settore agricolo e favorendo investimenti responsabili in agricoltura attraverso alleanze tra settore pubblico e privato.
Ma non nascondiamoci anche l’altra indubitabile conseguenza sui mercati mondiali quando la produzione africana avrà la possibilità di presentarsi con tutta la sua forza: non accadrà domani e nemmeno dopodomani, ma i produttori europei, e quelli italiani in particolare, sappiano fin d’ora che non sarà la quantità, ma solo la qualità che potrà sostenere l’agricoltura del “Vecchio Continente”.