L’antieuropeismo trova mille modi di espressione. C’è quella legittima che emerge dalle successive elezioni locali che si sono svolte nei mesi scorsi in diversi Paesi dell’Unione e che che hanno premiato in modo più o meno consistente, ma sempre significativo le formazioni che meno amano l’idea continentale (o le attuali politiche condotte sotto l’egida europea).
Ci sono anche forme antieuropeiste più subdole e pericolose che attribuiscono all’Europa colpe esagerate o del tutto false. Smentite immediatamente, ma che comunque lasciano nell’opinione pubblica più superficiale o disattenta una immagine fortemente negativa del disegno dell’Unione. Come il casi del “wc unico”!
Presi come siamo dalle contorte vicende dell’applicazione della “legge uguale per tutti”, fortunatamente nel nostro Paese non ha fatto lo scalpore che ha destato in altri la notizia che la Commissione Ue sta studiando, anzi avrebbe adottato standard unici per regolamentare gli sciacquoni dei water europei. Notizia falsa e immediatamente smentita dal portavoce della Commissione di Bruxelles, ma intanto…
Come possa essere nata una tale deformazione della realtà è presto detto: la Commissione Ue ha allo studio una un’etichetta eco-friendly non obbligatoria ma a carattere volontario, che dia all’acquirente una indicazione relativa al consumo d’acqua del proprio sciacquone. Al pari di quanto fatto per lavatrici e frigoriferi. Una etichetta per aiutare i consumatori interessati al risparmio idrico.
Ma intanto la notizia che la Ue vuole incidere anche su questo aspetto della vita domestica ha fatto il giro dei mezzi di comunicazione, con il sorriso magari e l’ironia. Ma sempre alimentando la latenza antieuropeista. Contagiando finanche lo stesso portavoce europeo che ha sentito il dovere di affermare: «anche in futuro i cittadini potranno usare i wc che preferiscono».
Di meglio Frederic Vincent non è riuscito a fare!