La contraffazione danneggia le imprese, che subiscono riduzioni di fatturato e possibili pregiudizi di immagine; danneggia i consumatori, per gli eventuali rischi alla salute connessi alla scarsa qualità dei materiali; danneggia i lavoratori, che vedono ridursi le offerte regolari di lavoro; e danneggia l’ambiente, per i danni causati da processi produttivi a basso costo. La lotta aqlla contraffazione è quindi molto più che un impegno per la pubblica amministrazione e dovrebbe veder scendere in campo forze e tecnologie sempre più ingenti e qualificate.

Due anni fa, lo scoppio della pandemia e i lockdown che vennero decretati per bloccare la diffusione del contagio ebbero come conseguenza il blocco quasi totale del commercio illegale di prodotti fraudolenti. Ancor oggi, l’aumento dei costi dei noli navali e la carenza di container sta gravando sulla movimentazione delle merci: malgrado questo si sta registrando un crescente ritorno di prodotti contraffatti e sempre più frequentemente si tornano a segnalare sequestri in dogana, così come nei mercati rionali urbani.

Veicolo dominante per il commercio illegale è il web: tenendo conto però che gli ultimi dati disponibili diffusi dall’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale preposto alla gestione dei marchi e del design industriale, che fanno riferimento al 2019 dicono che solo il 18% degli acquisti online è effettuato dal consumatore finale. Tutto il restante prodotto contraffatto è destinato ad aziende che, evidentemente, totalmente o on in parte, lo ‘ripuliscono’ e lo rivendono.

Tutto ciò è inevitabile? Naturalmente alcuni strumenti per difendere la legalità esistono: dal 10 gennaio è attivo il fondo da 47 milioni per aiutare le PMI a proteggere i loro diritti di proprietà intellettuale. È stato lanciato dalla Commissione europea e dall’EUIPO e consiste in rimborsi per coprire in parte le tasse relative alle attività di tutela per marchi, disegni e modelli e per la tutela dei brevetti.

Ma non ci si può fermare ai contributi pubblici, comunitari o nazionali, e confidare nell’azione repressiva delle forze dell’ordine, nazionali o locali. Il 2022 deve essere, per tutti, l’anno che consacra l’impegno contro la contraffazione anche da parte dei privati. Guardando alla tecnologia, gli strumenti ci sono e diffondere sistemi come le reti blockchain deve essere un obiettivo. Garantire la tracciabilità del prodotto è un sistema che sta dando risultati importanti nel settore agroalimentare perché trova il favore dei consumatori: non diversamente può essere per le altre filiere produttive del nostro Paese e dell’Europa garantendo le aziende, i consumatori, i lavoratori e l’ambiente.