L’industria internazionale della contraffazione sembra proprio non avere più limiti, soprattutto nei paesi dell’estremo oriente. Oltre che produrre lì ogni possibile genere di articolo di grande marca da inoltrare poi per la vendita sui mercati occidentali, i prodotti contraffatti stanno invadendo i mercati locali (ovviamente togliendo spazio alle esportazioni di qualità delle case europee verso quei consumatori) che sono in forte espansione. Così, se alle porte di Rovigo la Guardia di Finanza di Milano hanno scoperto un magazzino con 140mila capi di abbigliamento e accessori di marca contraffatti (“Gucci”, “Burberry”, “Chanel”, “Louis Vuitton”, “D&G” e “Fendi”) per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro, nella ricca Corea del Sud è scattata la rincorsa allo shopper di marca!

Il Wall Street Journal, occupandosi del paese che proprio in questi giorni sta ospitando i mondiali di atletica, ha scoperto che la ‘fantasia’ dei contraffattori si è spinta fino a produrre borse per la spesa fatte di carta, impreziosite dai loghi di Cartier, Prada, Louis Vuitton o qualunque altro marchio purché assolutamente prestigioso. E senza dover nemmeno tanto faticare, su internet si trovano società cinesi che vendono apertamente shopper contraffatti. Le borse di carta costano circa 20 euro, che npon è poco: sono fatte con una carta un po’ più resistente , ma il loro prezzo è tutto determinato del logo che ci è stampato sopra ed è a quello che i consumatori coreani cercano.

Come riporta il Wall Street Journal,  alla Korea University sostengono cheb la mania delle borse di carta “griffata” «nella cultura collettiva della Corea, il consumo non è solo parte del comportamento personale, bensì l’esigenza di mettersi in mostra nel proprio gruppo di amici». Nulla di diverso insomma da quanto accade in occidente!