Questa volta a cadere vittima della contraffazione, tutta di marca nostrana, è stata anche la Pubblica Amministrazione: i finanzieri del Comando provinciale di Novara hanno sequestrato in tutta Italia 400mila toner e cartucce per stampanti e fax contraffatti, oltre a materiale per il confezionamento e l’assemblaggio e parte del materiale finito sotto sequestro era stato acquistato anche dalla Pubblica amministrazione, che ne ignorava la provenienza.
Il materiale è stato individuato all’interno di un magazzino, un vero e proprio laboratorio clandestino ove i finanzieri hanno anche trovato macchinari e prodotti semilavorati: cartucce “anonime” pronte per essere confezionate, etichette, sigilli e ologrammi anticontraffazione falsificati e tutto il materiale (cliché di stampa, dime per il taglio delle scatole ecc…) necessari a produrre confezioni identiche alle originali. Grazie ad una capillare rete di raccolta, un’impresa di Lamezia Terme recuperava ingenti quantitativi di “contenitori esausti” per poi rigenerarli ed inviarli al laboratorio piemontese, ove venivano preparate le confezioni con tanto di marchi ed ologrammi.
Per evitare la rintracciabilità del laboratorio, le cartucce rigenerate venivano inviate tramite corriere indicando quale destinatario del “semi lavorato” un ristorante in provincia di Varese, estraneo alla frode. I prodotti contraffatti, grazie al prezzo particolarmente vantaggioso, sono stati acquistati anche da un fornitore della Pubblica amministrazione, che, all’oscuro della frode, li ha rivenduti a numerosi enti ed uffici pubblici.