Non è stata né una lamentela, né una rivendicazione quanto piuttosto una semplice constatazione di fatto e forse proprio per questo fa rumore. Nella Sala del Consiglio metropolitano di Venezia, durante l’incontro “Contro la contraffazione: la risposta del territorio”, promosso dal Ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con il Censis, nell’ambito della Settimana Anticontraffazione, il Comandante della Polizia municipale, Marco Agostini, ha illustrato quelle che sono le oggettive difficoltà operative di chi opera quotidianamente nel territorio per contrastare il commercio illegale.
Il Comune di Venezia vanta qualcosa come 48 milioni di euro in multe che non potranno essere mai pagate. Amministrativamente si chiamano crediti inesigibili e hanno un perché: la legge prevede multe da 5.000€ per chi vende prodotti contraffatti. Se il responsabile è il titolare di un negozio, una somma di questo genere potrà anche essere pagata, ma quando il ‘negozio’ è un lenzuolo bianco steso sui ‘masegni’, sperare di esigere la sanzione è un’illusione.

Multare i venditori abusivi è pressoché inutile perché non potranno mai pagare

Non basta: la multa agli acquirenti è sempre più contestata, dice Marco Agostini. Proviamo a spiegare il perché: davanti al Giudice, chi ha comprato una borsetta o un paio di occhiali potrà sempre sostenere che la simultanea presenza di numerosi venditori nella zona fa sì che si possa ritenere che il loro ‘mercato’ sia in un qualche modo tollerato e comunque che non sia stato fatto quanto necessario per impedire che l’illegalità dilagasse.
E dire che il modello Venezia è stato considerato una esempio meritevole di esportazione nel restante territorio nazionale dallo studio promosso dalla Direzione Generale Lotta alla Contraffazione – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) che ha organizzato l’incontro veneziano concluso dall’intervento del Prefetto di Venezia, Carlo Boffi.