Finalmente è chiaro che cosa sia la birra artigianale. Nel “Collegato agricoltura”, il provvedimento appena approvato dal Senato con l’obiettivo di semplificare e razionalizzare l’attività agricola, “si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione”.
Ivan Borsato recentemente eletto presidente dei birrifici artigiani della Confartigianato Imprese Marca Trevigiana commenta con soddisfazione: «si sono poste le basi per la qualifica di birra artigianale che in questo modo si prepara a diventare un brand sinonimo di qualità, in virtù non solo delle materie prime ma anche, e soprattutto, del metodo di lavorazione. Ma proprio perché siamo convinti che sia il processo produttivo che fa la differenza, ci sarebbe piaciuto che venisse enfatizzata e maggiormente valorizzata proprio la lavorazione manuale. Non a caso il successo che stanno riscuotendo i microbirrifici artigiani italiani sta proprio nella nostra “vena artistica” che ci viene riconosciuta a livello internazionale. Anche in questo settore noi italiani abbiamo introdotto la creatività declinata non solo nel prodotto, ma anche nella sua etichetta o nel packaging sino ad un approccio atipico a questo fantastico mondo del luppolo». Resta aperto il problema della microfiltrazione: «Vi sono processi necessari – spiega Borsato – nel caso si voglia un prodotto stabile, longevo e conservabile. Tutte caratteristiche necessarie se si vogliono ridurre le contestazioni sul prodotto soprattutto se spedito all’estero e quindi sottoposto allo stress da viaggio».