Erano tutte italiane le 27 società che, parallelamente alla produzione e commercializzazione dei prodotti originali, smerciavano ricambi automobilistici contraffatti con fasulli loghi delle più note case automobilistiche nazionali ed internazionali, quali Ferrari, Bmw, Lancia, Alfa Romeo, Mercedes, Audi e Volkswagen compresi quelli di auto d’epoca, come le storiche “Lamborghini Miura” o “Lancia Stratos”. Il valore economico delle centinaia di migliaia di prodotti sequestrati ammonta ad un a cifra superiore ai 6 milioni di euro. Una trentina i responsabili che dovranno rispondere davanti all’Autorità Giudiziaria.

Una vera e propria industria nazionale della contraffazione

Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Torino e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo, hanno consentito di ricostruire l’intera filiera produttiva e distributiva dei prodotti contraffatti. I ricambi e gli imballi falsi erano prodotti da una vera e propria “industria dei pezzi taroccati”, radicata su tutto il territorio nazionale e così ben organizzata da riuscire ad ingannare non solo i consumatori, attratti da prezzi vantaggiosi, ma anche i meccanici delle officine che non si accorgevano della contraffazione.

Al centro l’attenzione alla sicurezza dei consumatori

I pezzi falsificati non garantiscono la rispondenza agli standard qualitativi di quelli originali a causa delle scarse verifiche che sono effettuate in sede di produzione con notevoli rischi soprattutto in tema di sicurezza stradale. Si consideri anche che i materiali utilizzati per la contraffazione spesso non rispettano le normative per la difesa dell’ambiente creando non pochi problemi dal punto di vista della sostenibilità.