Nel 2013 vi è stato un forte aumento del cosiddetto “etichette packaging”, ovvero la contraffazione di etichette che ha fatto registrare 3.367.846 di sequestri contro i 643mila del 2012 da parte dei NAC. È quanto emerge dall’annuale rapporto di FareAmbiente sulle frodi agroalimentari. Dai dati del 2013 balza subito all’occhio come siano aumentati fortemente i reati di contraffazione dei marchi (IPG, DOC, etc.), gli illeciti legati alla ristorazione, soprattutto quella etnica, dell’alterazione del vino e dei formaggi.
È da sottolineare che i sequestri e l’accertamento di attività illecite sono cresciute a fronte di una diminuzione dei controlli nel 2013. Il NAF, Nucleo Agroalimentare della Forestale ha accertato 189 reati, l’80% in più del 2012, 226 segnalati all’autorità giudiziaria (+47%), 1114 illeciti amministrativi (-6%), i NAS invece su 11.803 controlli sui ristoranti hanno rilevato nel 45% dei casi delle difformità con la normativa vigente. La Guardia di Finanza poi ha sequestrato 12mila tonnellate e 280mila ettolitri di prodotti agroalimentari oggetto di frode. Il primato spetta all’olio di oliva (circa 900 tonnellate), ai mosti e all’uva parzialmente fermentati (9000 tonnellate), e vini e spumanti per oltre 270mila ettolitri. I maggiori controlli della guardia costiera, sono stati fatti presso i punti di sbarco (45.322), seguiti da quelli in mare (12.258). Le sanzioni sono state 4885, le principali elevate in mare (1209), in pescherie ( 840), nei punti di sbarco (802) e nella ristorazione (606). L’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) infine, ha eseguito oltre 36mila controlli e verificati oltre 24mila operatori e 55mila prodotti.

Repressione delle frodi: la criminalità scopre i cibi ‘in polvere’
L’allarme lanciato dal rapporto FareAmbiente è relativo all’attenzione che la criminalità organizzata dedica a tutta la filiera del cibo avendo individuato in questa un’ottima fonte di guadagno illecito a spese di ignari consumatori che, a causa della crisi, controllano sempre meno ciò che mettono sulla tavola. Più che imporre il pizzo i clan, attualmente preferiscono imporre i prodotti da commercializzare a discapito della salute e della libera economia.
La criminalità infatti non si limita più a contraffare o ad adulterare prodotti alimentari, ora li crea a tavolino: è il caso dei “wine kit” o dei “food kit”, cioè metodi per ricavare vino o formaggio partendo da polvere di mosto, acqua e additivi chimici o polvere di caglio, nel caso dei formaggi. Tali kit poi finiscono in rete presentandosi ai consumatori come vini o formaggi di qualità soprattutto italiani ma, anche francesi, a basso costo.
Ma il 2013 è stato anche l’anno in cui è venuta a galla la fragilità del sistema di controllo della sicurezza alimentare nell’Ue. Sempre secondo i NAC sono 28,3 i milioni di euro di illeciti finanziamenti ai danni dello stato e della Ue, sono stati sequestrati beni per 6,7 milioni di euro e deferiti all’autorità giudiziaria 2055 autori di reato. 84 le violazioni penali, 111 quelle amministrative.
Per informare i cittadini e tutelare i consumatori, FareAmbiente ha predisposto, in collaborazione con la testata gionalistica online www.frodialimentari.it, un corso gratuito di base di educazione alimentare online