La ‘filiera’ della contraffazione scoperta a Torino: produzione in Tunisia e stoccaggio a Pesaro

Aveva la sua base logistica a Monastir, in Tunisia e da lì distribuiva migliaia di capi di abbigliamento dei marchi più prestigiosi in tutta Italia. Marchi sì importanti, ma tutti falsi. Per questo motivo, la Guardia di Finanza di Torino ha denunciato nei giorni scorsi un imprenditore italiano e sequestrato oltre 50mila tra accessori e capi d’abbigliamento con il marchio contraffatto.
I Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Torino, dopo aver notato alcune importazioni anomale provenienti dalla Tunisia, “nuova frontiera della contraffazione”, hanno avviato le indagini che in breve tempo hanno consentito di individuare una fabbrica, vera e propria base logistica del falso, a Monastir dove venivano prodotti illecitamente migliaia di scarpe, borse, maglie, jeans.
A capo dello stabilimento un italiano 60enne, originario di Migliarino nel Ferrarese, pregiudicato e già noto alla Guardia di Finanza per analoghe vicende. I finanzieri hanno scoperto come l’uomo importasse illecitamente in Italia ingenti quantitativi di jeans e t-shirt falsi. Una volta nel nostro Paese la merce veniva nascosta all’interno di alcuni depositi di Pesaro, dove un suo incaricato compiacente provvedeva alla vendita per il tramite di alcuni broker per ora sconosciuti.

Un giro d’affari, quello scoperto dagli inquirenti, per oltre due milioni di euro. L’ultimo dei marchi contraffatti, solo in ordine di tempo, “Andrew Charles” riconducibile al noto stilista Andy Hilfiger, fratello del ben più noto stylist americano Tommy, a cui appartiene il noto brand “TH” e marito di Dee Ocleppo, modella e designer di moda di altro noto brand.
L’operazione si è resa possibile anche grazie agli elementi forniti dagli stessi stilisti, tramite il loro distributore italiano di Santhià (VC), atteso che il marchio “A C”, prevalentemente destinato al commercio online, è di recente produzione.
Ora il sessantenne italiano dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria di contraffazione di marchi e frode in commercio, rischia sino a 4 anni di carcere.