Gli italiani chiedono un inasprimento delle pene per i reati di contraffazione alimentare che possono avere anche pericolosi effetti sulla salute: è quanto emerge da una Indagine Coldiretti/IXE’ secondo la quale per chi commercia in prodotti taroccati un italiano su tre (29 per cento) sarebbe favorevole all’arresto e il 63 per cento propone la sospensione dell’attività.
Nel caso degli alimentari il reato è infatti più grave perché spesso, a differenza di altri prodotti, la vendita avviene all’insaputa dell’acquirente. Ad esserne vittima quest’anno è stato quasi un italiano su cinque (18 per cento) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l’acquisto di alimenti più economici venduti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. Dietro questi prodotti spesso si nascondono, anche, ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma – denuncia la Coldiretti – possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri.
Nei primi nove mesi del 2013 sono stati sequestrati infatti beni e prodotti per un valore di 335,5 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (24 per cento), farine pane e pasta (16 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (8 per cento). Sequestri anche nel mondo della ristorazione (20 per cento) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost-
Secondo Coldiretti si è verificato un aumento del 170 per cento del valore dei cibi e bevande sequestrate rispetto al 2007, anno di inizio della crisi.