Un’indagine della Guardia di Finanza di Siena, ha portato alla luce l’esistenza dell’ennesimo caso di contraffazione nel settore dell’olio extra vergine di oliva. Nove le richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura con l’accusa di associazione a delinquere, frode in commercio, sofisticazione alimentare, falsità in registri ufficiali, a carico di un’azienda di Monteriggioni che distribuiva olio con un alto tenore di perossidi.
«I produttori italiani di olio di oliva extra vergine – ha commentato il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori, Gennaro Sicolo – chiedono alle autorità nazionali ed europee competenti che si faccia chiarezza sul mercato e si conduca fino in fondo una battaglia per la trasparenza. Per noi trasparenza è un concetto semplice e significa che l’olio di oliva fraudolentemente commercializzato come extra vergine e il prodotto venduto al consumatore come italiano, ma in realtà di altra origine, devono essere ritirati dal mercato».
«Il sistema dei controlli in Italia funziona – ha detto Massimo Gargano, presidente di Unaprol – e il nostro Paese è la frontiera della legalità per quanto riguarda l’origine certa e la qualità dell’olio extra vergine di oliva. Ora occorre sostenere la proposta di una Commissione parlamentare d’inchiesta anticontraffazione, la cui proposta è stata già incardinata nei lavori parlamentari a Montecitorio, per alzare livello di contrasto a frodi e sofisticazioni».

Olio extravergine: i numeri del record italiano
Due miliardi di euro è il valore della produzione di olive alla pianta; oltre 250 milioni le piante di olivo messe a dimora su oltre un milione di ettari; 350 le varietà di olive catalogate che rendono l’Italia prima al mondo per ricchezza di cultivar da olio e da tavola dalle quali si ricavano oli extra vergini di oliva dai sapori unici ed irripetibili. Il fenomeno del turismo dell’olio, che sviluppa un giro di affari che sfiora i 20 milioni di euro con circa due milioni di visitatori all’anno tra frantoi, agriturismi e aziende agricole.
Ad arricchire questo fenomeno vi sono 17 strade e vie dell’olio, che tracciano il percorso del gusto di 43 Dop e di 1 Igp già riconosciute dall’Unione europea. L’approvvigionamento degli oli extra vergini di oliva da parte dell’industria italiana avviene in funzione degli andamenti qualitativi e quantitativi della campagna in maniera variabile dai produttori italiani e dai paesi del bacino del Mediterraneo. In media tra le 50 e le 100 mila tonnellate provengono dal Nord della Puglia e da alcune aree della Calabria, Sicilia e Campania. Negli ultimi anni oltre 600 mila tonnellate sono state importate da Spagna e Grecia, cui si sono aggiunti quantitativi considerevoli da Tunisia e altri paesi del Maghreb.
Oltre 400 mila tonnellate all’anno sono invece dirette al mercato estero, con un plus medio in valore del 50%. Le quote di mercato del nostro Paese oscillano tra il 50 e l’70%. La produzione media italiana di olio di oliva in generale si attesta sulle 550 mila tonnellate all’anno, mentre il consumo interno supera mediamente le 700 mila tonnellate.
L’Italia è quindi costretta ad importare prodotto dall’estero per soddisfare la sola domanda del consumo interno.