I produttori, scoperti dal Consorzio Parmigiano Reggiano, hanno fatto immediata marcia indietro .

In uno dei templi dello shopping di Londra, i grandi magazzini Selfridges, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha scoperto un prodotto che poteva essere scambiato per la celebrata Dop italiana, ma che non era nemmeno formaggio. “L’etichetta nera appiccicata sul vasetto di vetro – spiega una nota del Consorzio – riportava la scritta “grated italian style Parmesans, ma il luogo di produzione indicato sul retro è apparso da subito molto lontano dall’area di origine prevista dal disciplinare della Dop: Handmade in London – “fatto a mano a Londra”.
“Sono questi i due elementi che hanno permesso al Consorzio Parmigiano Reggiano di individuare l’ennesimo caso di violazione della Dop e di intervenire per ritirare il prodotto illegale dal mercato. A seguito di questo intervento, l’azienda inglese ha immediatamente accolto le richieste del Consorzio sostituendo il nome del prodotto in etichetta, eliminando qualsiasi riferimento alla Dop”.
In questo caso, il produttore ha utilizzato indebitamente una variante del termine parmesan per creare, grazie all’uso grafico del corsivo per la parte terminale ‘sans’ cioè senza, il gioco di parole “senza – parmesan”. Infatti, il prodotto, si è poi scoperto leggendo l’etichetta, non conteneva affatto formaggio ma si sostituiva a questo con un (improbabile) mix di anacardi, lievito nutrizionale, sale dell’Himalaya, aglio e olio tartufato.

La precisazione del
Consorzio Parmigiano
Reggiano

L’uso del nome “Parmesans” sulla confezione contestata evocherebbe la denominazione Parmigiano Reggiano con conseguenze potenzialmente lesive della reputazione della Dop e del Consorzio, creando confusione per i consumatori. Ricordiamo infatti che, come stabilito nel 2008 dalla Corte di Giustizia Europea, solo il formaggio Parmigiano Reggiano Dop può essere venduto con la denominazione “parmesan” all’interno dell’Unione Europea. Con questa sentenza storica, la Corte ha voluto tutelare non solo i produttori della Dop ma anche i consumatori, che hanno così ottenuto una forte garanzia di tracciabilità e sono tutelati da denominazioni fuorvianti sul mercato.