Abbiamo già altre volte sottolineato che non ci sono confini merceologici alla contraffazione: tutto quel che viene fatto, può venir falsificato. Ma gli esempi registrati al porto di Genova hanno davvero dell’incredibile. Lo testimonia la recente conferenza stampa tenuta dall’agenzia delle Dogane al Porto di Genova. Erano scomparse le ‘bionde’: ebbene il contrabbando di sigarette è tornato in grande stile. Accanto al traffico illegale di animali esotici, perlopiù africani, e a tre camion da guerra destinati alla Somalia, armi comprese.
Sul fronte della contraffazione più tradizionale i sequestri hanno riguardato pannelli solari di «marca» perfettamente contraffatti, ma in realtà pericolosi da utilizzare; smalti per unghie capaci di provocare reazioni allergiche; piatti e posate cinesi cancerogeni.
Poi la scoperta dell’incredibile: un container contenente effigi ed immagini sacre dei pontefici della chiesa romana. Il fermo del carico e stato effettuato perché gli articoli religiosi violavano le “royalties” di una società collegata alla Santa Sede che ha i diritti sulle immagini sacre dei pontefici. La merce era destinata alle bancarelle per i pellegrini che visitano il Vaticano: gli articoli erano tutti prodotti in Cina, dove probabilmente nessuno sapeva a chi corrispondessero quelle immagini di uomini vestiti di bianco.
Complessivamente, in un anno al porto di Genova sono stati aperti 73 container sospetti e sono state sequestrate 1700 tonnellate di materiale considerato pericoloso. Denunciati quattro imprenditori dell’hinterland milanese.