La più olimpica di tutte le fregature. Non può che essere definita così la notizia riporta in salse varie da tutti i quotidiani. Il Comitato Olimpico Egiziano ha fornito attrezzatura e indumenti falsi agli atleti della propria delegazione impegnata ai giochi di Londra 2012!
È la conferma che alla contraffazione non ci sono limiti. Il presidente del COE, il generale Mahmoud Ahmed Ali ha ammesso che: «In questa situazione economica molto dura ci siamo rivolti a un distributore cinese. Abbiamo comprato il vestiario da un agente Nike. Tu non puoi accorgerti della differenza tra l’originale e il contraffatto. Del resto tutti i prodotti Nike circolanti in Egitto sono made in Cina, hanno lo stesso logo. Come potevamo sapere?». Che buona parte dei prodotti Nike siano realizzato in Cina (come in tantissimi altri paesi al mondo, meglio se con un costo del lavoro sottozero e nessun diritto per i lavoratori) è noto a tutti. Ma…
Yomna Khallaf, campionessa di nuoto sincronizzato, ha raccontato di aver notato che «le borse avevano un grande logo della Nike davanti, ma poi le zip di chiusura erano marchiate Adidas…» (oltre a contenere tute e costumi palesemente contraffatti). Gli egiziani sono alla prima edizione delle Olimpiadi dopo la rivoluzione, con il numero più alto di donne per un paese arabo. Una operazione che per la nuova dirigenza avrebbe dovuto avere un profondo significato mediatico, ma che questa gaffe certamente incrina.
Ma i più preoccupati sono i vertici Nike: perché avviare una causa internazionale di risarcimento non sarebbe problema. Però c’è la convinzione che nelle casse dello Stato egiziano non ci sono i soldi per alcun tipo di risarcimento.