Il nostro Paese è ai primi posti al mondo per la produzione di vino bio: oltre il 22% della superficie vitata mondiale è in Italia. Secondo i dati elaborati da Firab e Aiab, le cantine biologiche certificate sono circa 1.300 e vinificano, secondo metodiche definite dal Regolamento europeo 203/2012 sul vino biologico, circa 4,5 milioni di ettolitri di vino bio. Sicilia, Puglia e Toscana sono ai vertici della classifica nazionale.

A tre anni dal Regolamento, il vino bio è diventato molto più attraente per i buyer della Grande Distribuzione Organizzata e anche per i responsabili acquisti delle enoteche. Nel 2014, rispetto all’anno precedente, si registra una crescita a due cifre del vino bio, +14% nella gdo, secondo Nomisma, a fronte di un calo di quasi l’1% del convenzionale. Anche i dati presentati da Ismea/Nielsen confermano questo trend: nel 2015, la percentuale di italiani che ha acquistato almeno una bottiglia di vino bio è aumentata di quasi 15 punti, passando dal 2% nel 2013 a 16,8% odierno, a fronte del boom di vendite presso enoteche/negozi specializzati e gdo.

L’inarrestabile crescita italiana del vino biologico

Secondo Wine Monitor Nomisma, il 38% dei consumatori che non beve vino bio, ha dichiarato di non farlo semplicemente perché non trova il vino a marchio bio nei negozi o nei ristoranti frequentati; e il 90% dei consumatori intervistati da Wine Monitor ha dichiarato che sarebbe interessato ad acquistare il brand del vino preferito se questo inserisse una linea a marchio biologico.

«Mentre fino a pochi anni fa – sottolinea Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab – rimanevano molti dubbi sulla qualità del vino biologico, oggi questa è nettamente aumentata, sia a detta degli esperti enologi sia dei consumatori. E il vino bio è equiparato ai vini convenzionali di fascia medio alta». Il successo, infatti, è confermato dai risultati dell’indagine Wine trend 2015: il 49% dei consumatori ritiene che i vini bio siano di qualità superiore rispetto ai vini convenzionali, una quota che sale al 68% tra chi già li consuma. Ma a tirare la crescita, come del resto accade anche per il vino convenzionale, è l’export: negli Stati Uniti, una bottiglia di vino bio su tre di quelle importate viene dal nostro Paese, per un conto economico totale di 56 milioni di euro nel 2013.