Sono oltre 280 mila le paia di scarpe contraffatte scoperte dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale Roma che ha così stroncato un traffico dalla Cina. L’organizzazione metteva insieme personaggi cinesi e magrebini e commerciava in tutta Italia ed in Europa con un giro d’affari che in un sol anno raggiungeva e superava un milione e 200 mila euro. L’operazione, denominata “Smart-Shoes”, ha portato alla denuncia di 12 persone per i reati di associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla contraffazione, commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.
Le scarpe contraffatte erano prodotte a Wenzhou (Cina) ed oltre ai mercati della Tuscolana e della Garbatella ed i negozi romani erano destinate al Sud Italia fino ad arrivare a Valencia, in Spagna. A coordinare il traffico era una donna cinese ultrasessantenne.

Le scarpe viaggiavano in container con altre normali prodotti cinesi

Il gruppo prevedeva l’arrivo a Roma delle calzature contraffatte direttamente dalle fabbriche cinesi, mediante spedizioni commerciali che transitavano attraverso l’area merci dell’aeroporto «Leonardo Da Vinci» di Fiumicino o nel porto di Rotterdam (Olanda). Tutte le scarpe contraffatte, trasportate in containers, venivano nascoste da un carico di copertura, ovvero da normalissime scarpe da tennis, per poi essere stoccate all’interno di magazzini occulti situati sempre a Roma. Da qui, parte della merce restava a Roma e parte ripartiva per essere venduta in altre città italiane, tra cui Milano, Torino, Bari, Napoli, Bologna, Palermo, Catania, Lecce, Cagliari, Pisa, Padova e Alessandria. Inoltre è stato possibile accertare l’esistenza di un altro gruppo di cinesi operativi a Valencia, dove le autorità spagnole hanno sequestrato ulteriori 5.000 calzature contraffatte spedite da Roma.