Cresce l’iva sulla sigarette e, parallelamente crescono contrabbando e contraffazione, con la conseguenza che a calare sono solamente le entrate per lo Stato. Questo il succo del comunicato pubblicato nella newsletter di British American Tobacco Italia. Vi si legge che : «Calano in Italia i volumi del mercato delle sigarette: -9% nei primi 6 mesi di quest’anno, dovuto soprattutto all’ultimo aumento dell’Iva (dal 20% al 21%). Un inasprimento fiscale che, come dimostrato dallo studio della Fondazione Bruno Visentini, ha generato un effetto amplificativo sui prezzi di vendita con una forte contrazione dei consumi legali» Una contrazione dovuta all’elevata elasticità della domanda di sigarette rispetto al prezzo.
Stando ai dati diffusi da Bat Italia, tale contrazione è solo in parte assorbita dallo spostamento dei consumatori verso il tabacco trinciato che, con una quota di mercato totale attorno al 4%, non può compensare da solo il calo di vendite delle sigarette. «Purtroppo – precisa la newsletter – è il mercato illecito quello che apparentemente si avvantaggia di più. Contrabbando e contraffazione di sigarette costituiscono una fonte di perdite erariali per lo Stato, oltre ad essere gestite prevalentemente dalla criminalità organizzata, che utilizza i proventi per finanziare altre attività criminose, come il traffico di droga, armi ed esseri umani. Secondo alcune ricerche effettuate dall’industria – conclude la newsletter Bat Italia – la percentuale dei consumi dei prodotti illegali rispetto al mercato totale del tabacco è in costante aumento, ed un ulteriore innalzamento dell’Iva fino a due punti (dal 21% al 23%) non farebbe che esacerbare il problema».