Secondo l’Osservatorio congiunturale elaborato dalla società di ricerche Format, in Italia ci sono oltre 500 aziende operanti nel comparto dei distillati, che danno lavoro a 4.800 persone su tutto il territorio nazionale. In particolare, a Nord si concentra il maggior numero delle aziende e dei dipendenti (53% degli occupati). Il 31,4% lavora a Nord-Est, il 21,6% a Nord-Ovest, al Centro il 9,6 e a Sud il 37,4%. La maggior parte delle imprese è a conduzione familiare, con una tradizione storica sul territorio di grande rilievo: soltanto il 4%% delle aziende è dimensioni medio-grandi.
Questi i dati diffusi in occasione della 71esima assemblea annuale di AssoDistil, l’associazione nazionale dei distillatori. La maggioranza degli imprenditori della distillazione ha sempre più fiducia nella ripresa (55% degli intervistati) e prevede una crescita della propria attività (62%). Inoltre il 62% delle imprese del comparto afferma di far fronte ai propri impegni finanziari. Negli ultimi due anni, l’81,6% dei distillatori ha effettuato almeno un investimento in azienda e, nei prossimi due anni, il 70% ha in programma di investire ancora.

Cresce nel 2016 la produzione di grappa, alcol da cereali e acquaviti da frutta

Ad incidere negativamente sull’andamento delle attività sono le accise: secondo la rilevazione di Format, il 35% delle distillerie italiane ritiene che, anche nei prossimi anni, gli oneri fiscali continueranno ad avere un impatto frenante sul loro fatturato destinato a calare in media dell’11%.
Secondi i dati di AssoDistil, nel 2016 l’intera produzione del settore distillatorio si è attestata su 1 milione di ettanidri tra alcol etilico e acquaviti. Gli alcoli e le acquaviti di origine vinica (vino e materie vinose) ammontano complessivamente a 341mila ettanidri, con un lieve incremento rispetto al 2015 (+1%). La grappa conferma la tendenza alla stabilità con una produzione di 82mila ettanidri, mentre l’alcol da cereali ha registrato un aumento del 2%, con una produzione pari a 628mila ettanidri. Molto bene anche le acquaviti da frutta, con un incremento del 24%.