Al porto di Brindisi e nel napoletano, la Guardia di Finanza stronca i diversi traffici illeciti

Il porto di Brindisi crocevia della merce contraffatta: migliaia di prodotti sono stati sequestrati in una serie di operazioni congiunta tra funzionari dell’Agenzia delle Dogane e militari della Guardia di Finanza. In un caso, si è tratto di un involucro di plastica contenente 6 finti Rolex, provvisti di certificati di garanzia: ma anche quest’ultimi erano non originali, come confermato dai periti della griffe.
Un altro sequestro ha interessato un carico di 1.350 completi di indumenti da lavoro, sbarcato con un Tir proveniente dall’Albania. I capi riportavano la scritta “Made in Italy” sulle etichette, sebbene la documentazione a corredo dell’importazione riportasse l’effettiva origine albanese.
Ed ancora, su due Tir di immatricolazione bulgara provenienti dalla Grecia sono stati trovati accessori con marchio contraffatto: in uno circa 10.000 sciarpe e 23.000 guanti griffati Valentino, nell’altro oltre 10.000 paia di scarpe con modello registrato come marchio Converse, ma i periti contattati dall’autorità doganale ne hanno confermato la contraffazione.

Più ‘tradizionale’ l’operazione messa a segno dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli che ha sequestrato a Somma Vesuviana una fabbrica abusiva dedita alla lavorazione e al confezionamento di capi di abbigliamento contraffatti. Rinvenuti e sequestrati più di 1000 tute ‘firmate’ Adidas già pronte per essere immesse in commercio ed altro materiale per il confezionamento di altrettanti vestiti.
Inoltre sotto sequestro sono state messe 19 macchine elettriche di ultima generazione utilizzate per la cucitura, 6 banchi da lavoro, 625 rotoli di cotone e 760 di stoffa elastica, 13.000 etichette di stoffa con false scritte “Made in Italy”, 600 parti di stoffe ritagliate ed utilizzate nella cucitura delle tute. La lavorazione avveniva senza il rispetto di norme igieniche e mediante una gestione illecita di rifiuti: basti pensare che sono stati ritrovati circa 20 metri cubi di scarti di lavorazione accantonati a terra.