Dalla lotta alla contraffazione possono venire fino a trecentomila nuovi posti di lavoro con il fatturato del falso Made in Italy che solo nell’agroalimentare ha raggiunto i 60 miliardi di euro. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente i risultati ottenuti dagli oltre 79 mila controlli effettuati nell’ambito delle attività operative condotte dai quattro organismi che dipendono dal ministero delle Politiche agricole ed illustrati dal Ministro Mario Catania.
«Il fatto che per effetto della falsificazione vengano sottratti all’agroalimentare nazionale ben 164 milioni di euro al giorno – ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini – dimostra che (insieme al contrasto all’evasione fiscale) la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione. Spesso la criminalità si avvantaggia della mancanza di trasparenza nei flussi commerciali e nell’informazione ai consumatori. In questa situazione c’è spazio per comportamenti illeciti dagli effetti gravissimi sia per la salute delle persone che per l’attività economica delle imprese. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano – ha sostenuto Marini – la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal parlamento italiano ma non ancora applicato per le resistenze comunitarie».
Secondo una indagine Coldiretti/Swg, la lotta alla contraffazione alimentare è considerata prioritaria dalla maggioranza dei cittadini: le frodi a tavola sono le più temute da sei italiani su dieci, anche per i rischi che comportano per la salute dei consumatori.