Importante vittoria per l’associazione “Italian Sounding e. V.”: fondata a febbraio 2015 da Confagricoltura insieme alle Camere di commercio italiane in Germania, l’associazione ha ottenuto che all’interno dei confini tedeschi non possano più essere commercializzate le confezioni di pasta   “Milano”, “San Remo”, “Italiano”. Per quanto esposta alla recente fiera internazionale dell’agroalimentare “Anuga”, che annualmente si tiene a Colonia, la pasta nulla aveva a che fare con il nostro Paese, visto che era prodotta in due aziende egiziane e poi commercializzata attraverso l’Egitto e il Dubai.

«È un risultato fondamentale per la lotta alla contraffazione dei prodotti italiani – spiega l’avvocato Mattia Dalla Costa dello studio legale e tributario con sedi in Italia e Germania CBA, che insieme al collega Rodolfo Dolce ha seguito il caso – Con i provvedimenti di inibitoria emessi dal tribunale di Colonia, le due aziende hanno riportato un danno rilevante: la Germania, infatti, non solo è il principale destinatario in Europa dell’export agroalimentare italiano, con una quota di oltre il 16%, ma anche il principale centro fieristico internazionale per molte categorie merceologiche». Secondo le stime di Federalimentare, ogni anno 1,2 miliardi di persone comprano un prodotto agroalimentare italiano e di questi ben 750 milioni sono consumatori fidelizzati. Il fenomeno della contraffazione alimentare e dell’Italian sounding genera un giro d’affari quasi doppio, pari a 60 miliardi di euro.