Presentato a Padova, per iniziativa dell’Ascom, il “Libro nero della contraffazione”, di Antonio Selvatici, che illustra regione per regione la mappa delle dinamiche finanziarie e le ricadute economiche della contraffazione in Italia. Chiedendosi chi e che cosa ci sia veramente dietro il traffico delle merci contraffatte, Selvatici ha sottolineato che «L’Ingross China di Padova è certamente il terminale di un’organizzazione più ampia. Dietro la vendita c’è un processo che coinvolge il sistema economico: le materie prime, la trasformazione, la produzione, la distribuzione e dopo la vendita il denaro da reinvestire. In Italia il 74% dei beni contraffatti arriva dalla Cina, ma quando pensiamo alla contraffazione non dobbiamo pensare solo alle griffe ma anche a prodotti come: passata di pomodoro, prosciutto, tartufo, vetro di murano. Vale a dire l’ossatura della nostra produzione».
Per Fernando Zilio, presidente dell’Ascom di Padova, «la contraffazione è una gallina dalle uova d’oro per la ‘ndrangheta e le altre mafie che utilizzano i canali di vendita dei prodotti contraffatti per riciclare denaro che gronda sangue. A Padova negli anni – ha affermato Zilio – abbiamo messo a punto un modello di collaborazione tra le associazioni economiche, la Camera di commercio, le amministrazioni pubbliche e le forze dell’ordine che sotto la regia della Prefettura funziona e dà risultati». A fargli eco, il vicesindaco Ivo Rossi che ha sottolineato l’importanza del problema: «L’equilibrio del tessuto commerciale è utile alla città e non devono esserci zone franche né scappatoie. nessun pregiudizio verso alcuno, ma pretendiamo il rispetto delle regole. Questo della contraffazione, innanzitutto, è un problema di legalità».