«Secondo la Guardia di Finanza, vendere prodotti falsi e consegnare gli elevati margini alla criminalità organizzata è diventato, in certe aree d’Italia, un modo più o meno consenziente da parte dei negozianti per pagare il pizzo»: la denuncia è contenuta in un intervento sul sito dell’Università ‘Bocconi’ della professoressa Iolanda D’Amato, SDA professor della Operation Technology management unit, sul tema della dilagante contraffazione. La trattazione si apre ad uno spettro molto ampio: «Sempre più spesso – scrive D’Amato – il fenomeno della contraffazione non riguarda semplicemente la vendita di beni palesemente falsi da parte di venditori ambulanti a clienti consapevoli, ma assume caratteristiche ben più preoccupanti, riuscendo a inserirsi nei canali e nelle filiere di produzione e distribuzione legittime». Si stima che la contraffazione rappresenti il 2,5% del commercio mondiale, per un valore di 461 miliardi di dollari, e il 5% delle importazioni nell’Unione Europea. L’Italia è il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, per numero di aziende vittime dei reati di contraffazione.

Nasce un modello di studio per analizzare le interazioni tra falso e vero

Si chiama Lisc, Legitimate Illegitimate Supply Chain, ed è uno strumento per descrivere e mappare una serie di casi di commercio illegittimo che si sono verificati nel mondo della moda e nel settore alimentare e ha permesso di dimostrare, grazie alla collaborazione di 86 aziende internazionali, la correlazione tra i diversi fenomeni di mercato nero e mercato grigio. «Un fenomeno – spiega ancora Iolanda D’Amato – il primo completamente esogeno rispetto all’impresa e normalmente gestito dalle organizzazioni criminali; il secondo parzialmente endogeno sul quale le politiche commerciali e distributive aziendali possono comunque avere un impatto rilevante. La presenza di mercati grigi, infatti, può contribuire a creare confusione nel mercato finale e a generare le condizioni che agevolano l’ingresso dei prodotti completamente contraffatti nei canali legittimi e in quelli illegittimi».