E’ pressoché paradossale: i sigilli sono stati apposti ad una azienda della provincia di Treviso perché nei suoi magazzini sono stati trovati fitofarmaci contraffatti e comunque non tracciati. La ditta si chiamava Verde Bio!
Le indagini erano partite dalla Campania e sono state condotte dal Nucleo Antifrodi del Comando Carabinieri delle Politiche Agricole e Alimentari, in collaborazione con il Nucleo Investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.i.p. presso il Tribunale di Napoli a carico di 24 persone, 7 delle quali sottoposte ad arresti con custodia in carcere, 11 agli arresti domiciliari e 6 all’obbligo di dimora.
Le indagini hanno portato al sequestro di oltre 140 tonnellate di agrofarmaci (formulati e sostanze attive), per un giro d’affari stimato in oltre 2.000.000 di euro solo nell’ultimo anno. I soggetti coinvolti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, contraffazione di prodotti industriali, ricettazione, riciclaggio e abusiva commercializzazione di agrofarmaci. L’inchiesta, che nasce nell’ambito di alcuni controlli sulla tracciabilità dei prodotti biologici, ha evidenziato una fitta rete di commercializzazione illegale di prodotti fitosanitari contraffatti, di provenienza furtiva ed irregolari, riconducibile ad un gruppo criminale ben organizzato e strutturato su una rete commerciale internazionale e nazionale che ha approvvigionato ingenti quantitativi di “sostanze attive”, in parte non commercializzabili in Italia ed in alcuni casi in tutta Europa, utilizzate per confezionare “formulati” contraffatti nella forma (recipienti, etichette, chiusure) e nel contenuto.
E a quanto pare, l’organizzazione era pronta ad un ulteriore salto di qualità: l’indagine ha evidenziato, infatti, l’intenzione dell’organizzazione di intraprendere un’attività di importazione anche dalla Cina.