Paolo Cova, parlamentare del Pd, è il primo firmatario della mozione alla Camera nella quale si chiede un controllo non solo tecnico agronomico, ma anche da un punto di vista sanitario per il miele di qualità, altamente pregiato.
«Stiamo discutendo – ha spiegato Cova – di uno dei gioielli dell’agroalimentare italiano, le cui caratteristiche organolettiche hanno proprietà alimentari e ricostituenti. Tant’è che esportiamo quasi 10 mila quintali di miele l’anno, poiché è apprezzato a livello mondiale, dall’Europa agli Stati Uniti e persino in India». Tuttavia, da anni si assiste a una vera e propria moria di questi preziosi insetti e Cova, veterinario, ha spiegato che nel settore tutti riconducono le cause ai prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura, ma ci sono altri motivi e responsabilità. La proposta di Cova è perciò quella di «una collaborazione tra la parte sanitaria e quella tecnico agronomica, perché se fino a ora i controlli ricadevano solo e unicamente sotto il ministero dell’Agricoltura, adesso deve essere anche quello della Salute a occuparsene. C’è poi l’urgenza di avere un’indagine epidemiologica fatta da veterinari esperti, il divieto dell’uso di antibiotici e sulfamidici per evitare il pericolo di essere invasi da miele che viene da altre nazioni e di perdere questa eccellenza dell’agroalimentare italiano, una politica sanitaria ben precisa su questo tema che ricerchi prevenzione e profilassi. E la profilassi e la prevenzione devono essere effettuate da veterinari pubblici e liberi professionisti preparati in materia».