La Cia-Confederazione italiana agricoltori, dopo l’operazione delle forze dell’ordine che ha portato al sequestro di 28 tra ristoranti, pizzerie e bar a Roma, ha lanciato un grave allarme: la criminalità organizzata allunga sempre di più i tentacoli su tutta la filiera agroalimentare, partendo dall’accaparramento dei terreni agricoli, l’intermediazione dei prodotti, il trasporto e lo stoccaggio fino all’acquisto e all’investimento in bar, ristoranti e centri commerciali. Solo nel settore ormai le infiltrazioni delle mafie producono oltre 240 reati al giorno e, dal campo alla tavola, producono un giro d’affari stimato in 15,5 miliardi di euro.
“La criminalità organizzata non si limita a esercitare un controllo sul territorio – spiega la Cia – ma è interessata a fare nuovi guadagni, a far fruttare i patrimoni, conquistando quei comparti ‘anticrisi’ che si stanno dimostrando sempre più determinanti per l’economia nazionale, com’è appunto l’agroalimentare. Ma questa presenza mafiosa strozza il mercato, distrugge la concorrenza e instaura un controllo basato su paura e coercizione”.
“Bisogna sgretolare il potere della criminalità organizzata nell’agroalimentare e per questo serve fare ‘rete’ con le istituzioni, la magistratura e con le forze dell’ordine – conclude la Cia – e colpirla nei propri interessi economici, prima di tutto attraverso il sequestro e la confisca dei beni”.