Il Made in Italy contraffatto costa al Paese 14 miliardi di euro l’anno di produzione, 5 miliardi di valore aggiunto e 100mila posti di lavoro. Lo ha sottolineato la vicepresidente di Confindustria, Lisa Ferrarini, nel corso di un’audizione alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sui fenomeni contraffattivi in cui ha chiesto che la lotta alla contraffazione sia una delle priorità del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea.
«La contraffazione – ha detto Ferrarini – è particolarmente nociva per il sistema industriale italiano, che ha nella qualità dei suoi prodotti il tratto distintivo e Confindustria ha da sempre un’attenzione specifica per questo tema che è venuta aumentando con il tempo e con la crisi e che impone a tutti noi di non lasciare nulla di intentato per recuperare risorse, competitività e prestigio». Secondo Ferrarini innanzitutto l’UE deve essere maggiormente consapevole e coinvolta nel contrasto al fenomeno «sia con maggiore omonegeità dei controlli doganali, sia con disposizioni più stringenti negli accordi di cooperazione e di libero scambio con i Paesi terzi. Utile sarebbe l’approvazione definitiva della normativa comunitaria “Made in” varata in prima lettura dal Parlamento uscente esprimendo sostegno pieno ed unitario alla proposta che giunge ora all’esame del Consiglio durante il semestre di Presidenza italiana». La sua approvazione, secondo Ferrarini costituirebbe un “passo in avanti storico” per contrastare fenomeni di contraffazione dell’origine doganale.