«La mancata ratifica del CETA sarebbe un autogol del Governo e un danno per le nostre imprese»: dati alla mano, a questa conclusione giunge il Presidente di CNA Veneto, Alessandro Conte, che sottolinea come: «La nostra economia ha trovato nell’export l’arma vincente e lo dimostrano i dati di tutti gli studi prodotti negli ultimi anni. Strumenti che fanno crescere l’export, come riteniamo possa essere CETA e come l’accordo raggiunto tra Europa e Giappone, si traducono in maggiore occupazione, maggiori redditi distribuiti e maggiori entrate fiscali e contributive. Le politiche di restrizione degli scambi commerciali con i paesi esteri, come i dazi, impoveriscono tutti». A supporto, il CNA Veneto sottolinea che l’export della nostra regione verso il Canada, pari al 16 % di quello di tutta Italia, vale circa 650 milioni di euro, contro appena 200 di importazioni. Un export quello italiano prodotto soprattutto da piccole imprese con una domanda di beni tricolori in Canada concentrata soprattutto nei settori meccanica, alimentari e sistema moda, per i quali il contributo delle micro, piccole e medie imprese supera abbondantemente i cinquanta punti percentuali.

In vigore, provvisoriamente, dal settembre scorso, il CETA ha fatto crescere l’export italiano del +8%

L’Unione Europea stima che grazie alla liberalizzazione degli scambi, l’export Ue verso il Canada aumenterà potenzialmente del +20%. Il primo periodo di sperimentazione del trattato si è rivelato positivo per l’Italia: secondo quanto dichiarato dalla commissaria europea Cecilia Maelstroem le esportazioni italiane verso il Canada sono cresciute del +8%.
«Si tratta di un risultato importante – ribadisce il presidente Alessandro Conte – che non va disperso, ma piuttosto implementato in futuro per favorire le relazioni e gli scambi con un partner strategico nelle relazioni commerciali del nostro Paese, garantendo al contempo gli alti standard qualitativi con i quali sono tutelati i cittadini europei». È sulla base di queste convinzioni che CNA Veneto rivolge un appello al governo e in particolare al Ministro Di Maio affinché l’Italia ratifichi l’accordo CETA, accantonando ogni pregiudizio in merito alla liberalizzazione degli scambi commerciali.