Continua l’attività di monitoraggio e di contrasto alle frodi nel comparto agro-alimentare da parte del Nucleo Antifrodi dei Carabinieri. Lo riferisce il Comando dei carabinieri per le politiche agricole e alimentari spiegando che sono stati svolti numerosi controlli negli esercizi di ristorazione, supermercati e ad aziende agricole. I carabinieri dei Nac ricordano, ad esempio, che il consumatore ha diritto di richiedere ai ristoratori di avere serviti a tavola oli con etichette chiare e leggibili.

E la Cia, Confederazione italiana agricoltori, si è complimentata con i Carabinieri per i risultati raggiunti sul fronte degli illeciti alimentari sottolineando che “chi sofistica e tarocca i cibi non solo mette a rischio la salute dei consumatori, ma danneggia la credibilità dei produttori onesti che lavorano sulla qualità. Le truffe e le sofisticazioni alimentari minano la credibilità dell’intero settore agroalimentare italiano, conquistata negli anni proprio grazie alla qualità dei suoi prodotti tipici. Ecco perché i risultati dei controlli effettuati dal Nucleo antifrodi dei Carabinieri sono importanti: ora bisogna continuare su questa strada, intensificando gli accertamenti e inasprendo le sanzioni contro chi illegalmente adultera o tarocca il cibo”.

Solo nel 2009 -ricorda la Cia- ci sono stati oltre 700 mila controlli da parte delle forze dell’ordine (Nas, Icqrf, Corpo forestale, Agenzia delle dogane, Sistema di allerta comunitario, Capitanerie di porto, Carabinieri per le Politiche agricole e alimentari), con un totale di 41 milioni di chili di merci sequestrate per un valore economico di 145 milioni di euro. In più, nel primo semestre del 2010 i sequestri effettuati dai Nas sono cresciuti già del 40 per cento, per un totale di oltre 10 milioni di confezioni di generi alimentari “taroccate” ritirate dal commercio, con un incremento del valore del cibo confiscato che sale a 71 milioni di euro.

Per tutti questi motivi – conclude  la Cia – adesso è ora di usare “tolleranza zero” nei confronti di chi sofistica e inquina gli alimenti, rendendo sempre più rigorosi i controlli e più “salate” le sanzioni.