Uno degli argomenti che più spesso viene ripetuto (e anche noi in queste pagine lo abbiamo scritto molte volte) per sostenere la lotta alla contraffazione è che i falsi possono rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori. Arrivando da oltre i confini comunitari, questi prodotti non sono chiamati al rispetto delle norme di sicurezza imposte a livello europeo.
A confermare la gravità della situazione arrivano i dati emersi nel corso delle oltre 4.000 ispezioni effettuate in tutte le regioni dalle Camere di Commercio alle quali il decreto sviluppo ha di recente affidato competenze specifiche anche nella tutela del Made in Italy. Ebbene, quasi 1.500 beni di uso comune venduti in Italia, sugli oltre 15.000 controllati sul mercato, nascondono delle irregolarità: uno su dieci! Articoli di moda, metalli preziosi, prodotti elettrici, giocattoli, strumenti di misura: sono questi alcuni dei prodotti passati ai ‘raggi X’ nel corso dell’attività di controllo e vigilanza del Sistema camerale per tutelare i consumatori dalla circolazione di prodotti non sicuri, ma anche per garantire la concorrenza leale e la lotta alla contraffazione. L’industria del ‘falso’ sembra non conoscere crisi, con enormi danni per le eccellenze produttive autenticamente italiane.
I controlli delle Camere di Commercio, realizzati sulla base del decreto sviluppo del Governo, hanno dimostrato che un dieci per cento dei prodotti in vendita in Italia sono fuori norma. Ancor più grave la situazione nell’agroalimentare, dove si calcola che il ‘supermarket del tarocco’ – tra Italian sounding, agropirateria e imitazioni – si traduca in una perdita d’affari di 60 miliardi di euro l’anno, ovvero 7 milioni di euro l’ora. Un valore che, in assenza di ulteriori e più efficaci deterrenti, è destinato a crescere. Basti pensare che nel nostro Paese si realizza più del 21% dei prodotti a denominazione d’origine registrati a livello comunitario. A questi vanno aggiunti gli oltre 400 vini Doc, Docg e Igt e gli oltre 4.000 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni e inseriti nell’Albo nazionale. «In un momento difficile come quello che stiamo vivendo – ha affermato il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – il sostegno alle nostre produzioni che, nonostante tutto, continuano a tenere alta la bandiera del Made in Italy nel mondo passa anche attraverso una lotta più stringente alla contraffazione. Per questo, grazie a un protocollo d’intesa con il ministero dello Sviluppo economico, abbiamo rafforzato il programma dei controlli su tutto il territorio nazionale. Ma servono più garanzie del rispetto della legalità e meno tolleranza per chi sta fuori dalle regole».
Gli allarmanti dati che dicono che prodotto su dieci di quelli in vendita nei nostri mercati è fuori norma sono stati illustrati nel corso dell’inaugurazione della trentesettesima edizione della Grande Fiera d’estate di Cuneo con la presentazione del bilancio dell’attività di vigilanza delle Camere di commercio. La Grande Fiera ha infatti dedicato un apposito spazio a “La Piazza delle Camere di commercio d’Italia”, con il coinvolgimento di dieci fra le Camere di commercio più impegnate nella tutela dell’enogastronomia e del turismo di qualità, a livello nazionale.
«Per valorizzare gli autentici ambasciatori del ‘gusto italiano’ oltreconfine anche nel settore enogastronomico, tra i più colpiti dal ‘falso d’autore’, – ha spiegato il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – il sistema della Camere di Commercio ha messo a punto una certificazione di qualità che consente già oggi a quasi 1.000 operatori della ristorazione tricolore all’estero di fregiarsi del marchio ‘Ospitalità italiana – Ristoranti italiani nel mondo’». Un modello di garanzia per portare a tavola quanto di bello e di buono sanno produrre i nostri territori.